martedì 24 luglio 2012

Il respiro leggero dell'alba

Mi piacerebbe recensire a modo mio tutti i libri che leggo, spero di riuscirci con i tempi, intanto ci provo.
"Il respiro leggero dell'alba" di Rachel Simon, autrice americana, è un romanzo che mi ha lasciato un profondo senso d'angoscia, nonostante il lieto fine che, se devo essere sincera, è l'unica parte del libro che non mi ha convinta: sicuramente pieno di speranza e positività ma decisamente poco reale, se non utopico.
L'inizio è molto coinvolgente a livello emotivo, io la sera in cui l'ho iniziato non riuscivo a smettere di leggere e quando poi mi sono addormentata m'è rimasta un po' d'ansia...la cosa potrebbe sembrare negativa ma per me è invece un segnale, il libro mi prende...
Ma veniamo alla storia: in una notte piovosa bussano alla porta di una vedova una giovane bianca molto bella, dai modi infantili, e un uomo di colore sordo muto. Chiedono rifugio. Martha li accoglie senza pensarci. Ma presto arrivano a prenderli dalla "Trappola", l'Istituto per persone disabili dal quale sono scappati. L'uomo riesce a far perdere le proprie tracce e la ragazza, prima di essere ricondotta in istituto, riesce a sussurrare a Martha "nascondila!", riferendosi alla bimba che ha appena partorito e che ha nascosto in soffitta. E così comincia la storia che viene narrata intrecciando le vicende parallele dei tre personaggi principali: Martha con la piccola Julia, Lynnie e Homan.
Il romanzo tocca più temi ed è strutturato in diversi livelli narrativi.
C'è la storia d'amore, un amore libero, puro e struggente che troverà pace solo dopo 40 anni dall'inizio della vicenda.
C'è il racconto dell'avventura di Homan che ne passa di ogni, che soffre, viaggia, fa amicizia, si arrabbia... ma riesce sempre a cavarsela grazie alla sua forza d'animo.
C'è la denuncia sociale nei confronti di un sistema che tratta le persone disabili con poca dignità, se non con violenza. Questa parte è ben riuscita grazie all'immedesimazione con i due protagonisti ma nello stesso tempo grazie ad un grande lavoro di documentazione storica che l'autrice, sorella di una donna disabile, ha ben condotto.
C'è la storia del riscatto di Lynnie che grazie a Kate, operatrice sociale, e al cambiamento del modo di approcciarsi e lavorare con la disabilità, riesce a fare grandi passi, a determinare la sua vita, a diventare donna.
C'è l'evoluzione di Martha che si riscopre coraggiosa e pronta di nuovo ad emozionarsi e a donare cure e amore.
Si parla di violenza, d'amore, di amicizia, di perdono, di paure, di speranza. Si riesce anche a vedere il punto di vista di più persone, lontane tra loro e da noi, che in qualche modo le rende, non meno biasimabili e più giustificabili (certi atteggiamenti e abusi non sono mai da giustificare) ma più umane.
Un libro che mi ha preso per come è scritto, per i contenuti, perché mi ha fatto emozionare e anche fermarmi a riflettere sulla mia professione (sono un'educatrice e lavoro in un Centro Diurno Disabili).
Consigliatissimo.
Cra.

Ps. Se volete saperne di più: Il respiro leggero dell'alba

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