venerdì 13 aprile 2012

Fai bei sogni (e il potere medicamentoso del perdono)

Ho letto questo romanzo circa un mesetto fa, appena uscito, l'ho "rubato" a mia mamma e l'ho letto durante le poppate o i sonnellini diurni della Princess. Potrei dire che l'ho divorato in poco tempo. L'ho trovato piacevole per la lettura scorrevole, per la grande capacità dell'autore di trasportarti nel suo mondo, nelle sue vicende, nella sua vita.  M'è piaciuto per la particolare, dolorosa, sofferta storia autobiografica di Massimo che ha perso la mamma da piccolo, che ha scoperto la verità solo da adulto e che ha rischiato di perdesi, per il timore di accettare la verità e il dolore e tutto quello che essi portano e comportano. La perdita della mamma ha segnato tutta la sua vita, è il filo conduttore del romanzo che porta con sé alla fine un grande insegnamento: il perdono. Un perdono difficile, faticoso ma un perdono potente che cura, che medica, che sa guarire.
Cra.

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